INTRO

Cantami, o Musa, la storia del luogo ove tutto ebbe inizio

che alcuni tramutò in eroi, ma per per altri fu solo un supplizio,

nell’Ellade spaccata da una sanguinosa guerra

per concedere dignità e pace a chi non aveva la terra,

una piccola città divenne il fulcro di tutta la storia.

Mentre il sindaco Ulisse pugnava col favor degli dei per la gloria

E la dolce Penelope stava prigioniera tra attesa e memoria

donne e uomini videro allora il destino che invano anelavano

tra proiettili, polvere e sogni, nel luogo che Itaca chiamavano.

L’anno è il 1880, in Ellade, un territorio che somiglia molto all’America di fine ottocento… ma non è l’America.

Un piccolo e sperduto paese del Selvaggio West, Itaca.

Un villaggio povero, dove la vita è fatta di polvere e la sopravvivenza è una lotta quotidiana. Gli abitanti, per lo più figli di soldati, agricoltori, commercianti, allevatori, arrancano per tirare avanti, vessati dall’incedere di una guerra lontana.

Ma non è sempre stato così. 
Vent’anni anni prima, Itaca era uno dei crocevia più fiorenti dell’Ellade.

Guidata dal suo ingegnoso Sindaco, Ulisse S. Grant, figlio di Laerte S. Grant, Itaca crebbe e prosperò, diventando uno dei poli commerciali più conosciuti. Erano gli anni d’oro… che finirono con l’inizio della Guerra di Secessione.

Le volontà dei padri che fondarono questa comunità ancora vivono, presenti negli occhi dei loro figli. Un’eredità fatta di orgoglio e peccati che intreccia le vite e intesse un intricato arazzo di rapporti, un vortice condannato eternamente a collassare su se stesso.